Farsi voler bene è un'arte
Una parte importante del mio lavoro consiste nell’entrare in un gruppo di lavoro ed essere accettato dallo stesso. Sembrerà banale ma non è così.
In molte aziende il reparto produttivo è un sistema chiuso, sprangato da un’aria di diffidenza difficile da scardinare. Non biasimo nessuno. Penso sia abbastanza normale.
Voglio dire. Ovunque una nuova persona, con un’idea ben definita, può essere scambiata per “pericolosa”. In effetti, se per “pericolo” ipotizziamo il cambiamento di uno stato di fatto, spesso è proprio così. All’inizio almeno.
Controllo
Tutti hanno paura del controllo
Ciò che ho imparato in anni di carriera a stretto contatto con il reparto produttivo è che la parola “controllo” può fare miracoli. In senso negativo ovviamente.
Il controllo, nella testa della maggior parte delle persone, è vissuto in maniera e dir poco ansiogena. Mi sono sempre chiesto il perché.
«Eppure chiunque di noi dovrebbe essere felice di dimostrare il proprio valore» spiego a coloro che mi chiedono perché sia importante tracciare il processo produttivo. Ma a molti non entra nella testa.

Analizzare non è controllare
Ciò che ho compreso in anni di lavoro è che il termine “controllo” è spesso errato. Gli operatori macchina spesso pensano che consegnare in maniera digitale le tempistiche delle proprie lavorazioni sia un’arma che si ritorcerà loro contro.
Ed invece non è così. Spesso scambiamo l’analisi per il controllo.
Ed è un’errore che in ogni reparto produttivo fa tutta la differenza del mondo. È la stessa differenza che intercorre tra “collaborazione” e “comando”. Una linea sottile, ma che non deve essere fraintesa.
Eppure non sempre è così.

L'analisi delle tempistiche
Per migliorare occorrono i dati
Gestire un processo per puntare al miglioramento è un lavoro che richiede pazienza. E molta determinazione. Occorre individuare i passaggi onerosi, e cercare altre vie di sviluppo per abbassare i tempi medi di realizzo.
Tutte cose che devono essere fatte partendo da una base dati. In caso contrario il miglioramento sarà solo “percepito” e non “tangibile”, cosa che non piace molto a coloro che vogliono investire in un cambiamento strutturato, e non una tantum.
Così è necessario portare in azienda una nuova mentalità, distante dal tema del “controllo”, e più vicina alle collaborative sponde del termine “analisi”.
La collaborazione è l'inizio del miglioramento
Dopo aver introdotto sistemi di recupero tempi digitali mi accorgo spesso che il miglioramento è già iniziato. Qualcosa, nella testa dei colleghi, assomiglia più ad una apertura mentale che ad uno sviluppo personale.
Il concetto di “analisi” è stato recepito, e l’atmosfera è molto più distesa.
Le persone sono più ricettive, e grazie ad una mentalità più collaborativa anche la delicata fase di analisi è più semplice. Ad un tratto, dove prima il termine “controllo” creava barriere, ora le persone interagiscono tra loro ricercando l’efficienza perduta.
Fose è proprio vero…

“Se volete farvi odiare in azienda basterà interpretare il ruolo del controllore…”
—Fadini Alessandro, Temporary Manager
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Fadini Alessandro
Sono nato respirando lo spirito imprenditoriale, in una famiglia che ha “fatto” la sua azienda da zero, ma il mio carattere è stato temprato da una crescita partita dalle radici.